Perché la vera armonia sta nel rapporto aureo

In molti corsi di fotografia e su YouTube viene insegnata come una formula magica: la regola dei terzi. Si dice che un'immagine risulti più emozionante e armoniosa se la si divide in nove campi uguali e si posizionano i motivi essenziali nei punti di intersezione. Per i principianti è un trucco semplice, una griglia che dà sicurezza. Ma chi capisce davvero l'arte sa che non si tratta di una legge, ma solo di un approccio approssimativo a qualcosa di molto più profondo: la sezione aurea.

Ape su un affodillo spinoso
L'ape nella foto si trova esattamente nella sezione aurea

Più che geometria: la sezione aurea

La sezione aurea non è uno schema che si applica semplicemente a un'immagine. È un principio che si ritrova da secoli nella natura, nell'architettura e nell'arte. Descrive un rapporto che non appare né casuale né matematicamente rigido, ma crea un'armonia che percepiamo intuitivamente. I gusci delle lumache, i petali dei fiori, persino le spirali delle galassie seguono questa misteriosa misura. Non c'è da stupirsi che i grandi maestri della storia dell'arte, da Leonardo da Vinci a Dürer, abbiano modellato le loro opere su questo principio.

Regola dei terzi: un aiuto per i principianti

La regola dei terzi è senza dubbio pratica. Chi è alle prime armi può utilizzarla per ottenere rapidamente immagini migliori. Tuttavia, è come un bastone: utile all'inizio, ma d'intralcio quando si vuole camminare liberamente e con sicurezza. Questo perché le linee della griglia dei terzi si avvicinano solo approssimativamente al rapporto aureo. La vera eleganza nasce quando si allena l'occhio alle proporzioni più sottili, invece di aggrapparsi a griglie rigide.

Cartier-Bresson e la poesia delle proporzioni

Henri Cartier-Bresson, il grande maestro del “momento decisivo”, non ha mai composto secondo la regola dei terzi. Le sue immagini sono piene di equilibrio, tensione e leggerezza, sostenute dal rapporto aureo. Parlava della “geometria della composizione”, di un ordine interiore che rimane invisibile all'osservatore, ma che tuttavia lo colpisce immediatamente. Per lui la fotografia non era una tecnica, ma una danza con lo spazio e il tempo, e il rapporto aureo era il metronomo invisibile.

La via verso la libertà

Chi vuole davvero imparare a vedere dovrebbe quindi abbandonare presto la regola dei terzi. È un inizio, non la meta. La sezione aurea ci insegna che l'armonia non nasce da una griglia rigida, ma dal senso di equilibrio, ritmo e tensione. Ci invita a non misurare, ma a sentire.

La vera arte inizia dove le regole scompaiono e subentra l'intuizione. La sezione aurea non è uno strumento da spuntare, ma una chiave per una visione più profonda e poetica del mondo, un invito a creare immagini che non solo piacciono, ma che toccano il cuore.